giovedì 25 febbraio 2010

Revanche-ti ucciderò di Gotz Spielmann

La cosa più bella di Revanche sono i titoli di testa. Sulle immagini di un lago in un bosco, audio ambiente, i nomi dei protagonisti e della produzione sono scritti uno dopo l'altro, nella parte superiore dello schermo, come fossero tre o quattro righe di testo di un libro, in un carattere tipo Futura Bold. Belli, molto. Al termine dei titoli, una pietra rompe la calma del lago e la disperde in decine di raggi concentrici.
La storia, che si svolge in Austria, è quella di Alex che fa il tuttofare in un bordello di Vienna e ha una relazione segreta con l'ucraina Tamara, una delle prostitute. Il tenutario del bordello, saggio qual è, lo definisce a perfezione dicendogli che gli piacerebbe assai essere un duro, ma in realtà è solo un debole. Qual è il problema, verrebbe da dire? Il problema è che non risolvendosi a essere quello che è, Alex combina casini. Cercando i soldi per una vita migliore decide di compiere una rapina nella banca del paese vicino al quale si trova la fattoria del nonno. Ma la faccenda va storta e Tamara, che ha voluto seguirlo, viene uccisa dal poliziotto Robert. Ora dico, uno si porta la fidanzata in macchina durante una rapina, come se andasse in gita a Cesenatico? E quando ha la fortuna di sorprendere il poliziotto che sta controllando l'auto in sosta vietata (sic!), non gli toglie la pistola prima di scappare con la macchina? Come minimo succede quel che succede, che il poliziotto gli spara dietro e involontariamente fa fuori la donna. Alex disperato si rifugia dal nonno dove tagliando legna lenisce il dolore e si occupa della fattoria. Qui scopre che Robert è il vicino di fattoria e incontra Susanne, la moglie di Robert, che ogni tanto porta il vecchio signore a messa. Susanne lo luma e Alex si fa lumare e la scopa di notte sul tavolo da pranzo della linda casetta della coppia, mentre il giorno, armato di pistola e deciso ad uccidere Robert, segue l'uomo che fa jogging fra i boschi.... Fra una raccolta di mele, una passeggiata fra gli alberi e una sonatina di fisarmonica del nonno, a poco a poco Alex abbandona i propositi omicidi e resta alla fattoria mentre il nonno va in ospedale. Forse comprende anche la sua parte d'imbecillità nella faccenda? Intanto l'irrequieta Susanne decide di non incontrare più Alex: è rimasta incinta (di chi?), lei che non riusciva ad avere figli a causa dei problemi d'infertilità di Robert, e felice rimane con il marito.
Il film mi è piaciuto. Abbastanza. A un certo punto mi è sembrato troppo lungo. Con delle scene inutili. Credo che l'entusiasmo americano per il film sia perchè ci vedono lentezze europee che a loro possono anche arrapare. Io trovo che facciano perdere un po' di emozione. E laghi e alberi non mi sono stati sufficienti per riprenderla. Colpa mia? Forse; a un certo punto dovevo fare pipì. Forse è quello che ha rovinato tutto, ha tolto pathos. Poi mi fa anche incazzare che le cose siano sempre così schematiche. Finchè si sta in città, si è brutti sporchi e cattivi, poi si arriva in campagna e si scoprono le cose vere, i ritmi più umani, stormir di foglie, a better self.
Detto questo gli attori sono bravi, Alex ha pure una sua certa qual rozza (sensualità), sarà la stempiatura e la panzetta, ma le scene di sesso arrapano. Non c'è happy ending, ma solo sospensione di vita. Saluti silenziosi. L'idea che Susanne abbia potuto usare Alex come inseminator è una delle svolte più interessanti del film, la fotografia è molto bella, l'assenza totale di musiche una giusta scelta, l'austricità una novità rinfrescantee ... mo' basta.

2 commenti:

  1. ottimo inizio. : )

    ps. sono andata a vedermi il trailer. e ho fatto il pensierino che fa iniziare bene la giornata ; )

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  2. tesssoro... sei troppo brava, se potessi ti pagherei! vedrai che primo o poi qualcuno lo fa. baci e continua così

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